Nella continua evoluzione della musica sperimentale rock stiamo assistendo alla progressiva affermazione del math rock.
Derivato dal rock sperimentale, il math rock è un genere che affonda le proprie radici nelle composizioni dei gruppi all’origine del progressive a cavallo degli anni Sessanta e Settanta come i King Crimson, i Rush, gli Emerson Lake & Palmer e i Genesis o i grandi musicisti innovativi come Frank Zappa e Captain Beefheart.
E’ caratterizzato da strutture ritmiche tipiche del jazz e da accordi dissonanti a cui vengono unite poi sonorità pop creando un genere molto tecnico, dal sound moderno ed estremamente versatile.
La voce non ricopre un ruolo fondamentale, è presente in alcuni gruppi ma la maggior parte sono strumentali. Gli artisti sono veri e propri musicisti e ogni gruppo crea un proprio sound inconfondibile, il filo conduttore è infatti rappresentato dalle conoscenze tecniche e dalle più svariate influenze che spaziano dalla musica classica al jazz, alla elettronica, pop, trap e tutta la contemporanea. Il risultato è una varietà di band e artisti ognuno con originali scelte stilistiche e di strumentazione.
Il nome “math rock” deriva proprio dalla complessità della ritmica: al posto dei tradizionali 4/4 tipici del rock classico, l’indicazione metrica spesso cambia dai 7/8 agli 11/8 e ai 13/8. Il tempo viene poi spesso variato all’interno di un brano e frequentissimo è l’uso della sincope, un effetto definito disorientante in quanto ritarda il flusso regolare ritmico o armonico di una composizione, dal momento che viene spostato l’accento da un tempo forte a un tempo debole.
Le sonorità create sono davvero particolari, gli artisti sperimentano con accordi inconsueti, creati anche dall’uso di accordature diverse e di strumenti a sette o più corde per avere bassi più profondi.
Per capire un genere è ovviamente necessario ascoltarlo, consiglio quindi, a chi fosse interessato, l’ascolto di alcuni chitarristi virtuosi degni di nota con i loro rispettivi gruppi:
-Yvette Young, chitarrista dei Covet e solista ma anche pianista, dalle sonorità dolci, ariose e dinamiche.
-Tim Henson e Scott LePage, chitarristi dei Polyphia, gruppo che fonde basi e batteria trap con i virtuosismi del prog. Tim stesso dichiara di ispirarsi nelle sue composizioni a pezzi di Drake e alla trap americana, generando un sound davvero originale e moderno.
-Ichika Nito, chitarrista solista molto versatile dalle melodie nipponiche, sognanti e melanconiche.
-Plini, chitarrista capace di creare atmosfere incantate e ammalianti.
Francesca Gandolfi
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