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A bordo del veliero spaziale

Il 13 febbraio è venuto a mancare all'età di 85 anni Leiji Matsumoto, mangaka e animatore giapponese. Pseudonimo di Akira Matsumoto, Leiji ha la passione per il fumetto sin da bambino e difatti la sua prima opera risale a quando ha all'incirca 15 anni, mentre a 16 risale il suo primo successo: Le avventure di un'ape. In quest'opera di sole cinquanta pagine riesce a mostrarci attraverso una società variegata e complessa come la nostra: quella delle api. Alcuni dei temi che sarà solito trattare in molte delle sue future opere quali il disprezzo per la guerra e l'amore per la natura e il nostro pianeta. Altre sue celebri opere sono Galaxy Express 999 e la Corazzata Yamato ma la più famosa di tutte è senza ombra di dubbio Capitan Harlock.


Col passare degli anni un'immagine ricorrente che compare e fa da sfondo alle vicende da lui narrate è lo spazio che con il suo vuoto cosmico si oppone al calore umano della Terra ma che con i suoi infiniti pianeti inesplorati e diversi tra loro alimenterà la fantasia e il senso dell'avventura dei suoi personaggi, lettori e spettatori. Molte di queste avventure sono serializzate e poi trasposte come prodotto animato fra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80: è la stessa epoca in cui Hayao Miyazaki e Isao Takahata incantavano il mondo con le magiche storie dei film Ghibli, diversi per ambientazione e trama ma con gli stessi temi di fondo: dove Miyazaki preferiva il mare e gli aeroplani Matsumoto inseriva lo spazio sconfinato e navicelle futuristiche.


È il caso dell'Arcadia, l'astronave che ospita la ciurma di Capitan Harlock, il cui nome non può che rimandare all'idilliaca regione della Grecia in cui uomo e natura vivono in perfetta armonia in un paesaggio incontaminato e lontano dai disordini della vita cittadina. Se ci allontaniamo dalla navicella veniamo a conoscenza però che la realtà non è affatto così e che il mondo che Harlock e amici vogliono salvare da un'invasione aliena fa di tutto pur di non meritarselo. Capi di stato corrotti e volti a realizzare i propri interessi, una popolazione indifferente, lobotomizzata dalla tecnologia e incurante della Terra che ormai da tempo ha esaurito le sue risorse ora provenienti dalle colonie spaziali. E quando sul pianeta atterra violentemente un mezzo alieno l'unica preoccupazione della classe dirigente non è la minaccia incombente dallo spazio ma il fatto che l'impatto abbia distrutto i campi da golf del primo ministro. Soltanto Harlock, pirata spaziale, intuirà il pericolo tentando di difendere la Terra venendo però osteggiato non solo dalle forze nemiche aliene ma anche dall'esercito terrestre perché colpevole di essere troppo desideroso di vedere un popolo slegato da ogni dittatura, guerra e sfruttamento. Harlock non è quindi solo un guerriero e un pirata ma un sognatore che vede nella felicità umana il suo sogno e obiettivo. Felicità che, oggi come allora, è strettamente legata alla pace e dove la mancanza di una rende impossibile avere e conservare anche l'altra. La lotta di Harlock è come il tema musicale dell'ocarina che spesso compare nell'anime: lungo e desolato, immerso nello spazio profondo ma animato dall'amore verso la Terra e la pace per cui tutti, oggi più che mai, dovremmo perseguire e lottare.


-di Alessandro Malusardi

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