Oliviero Toscani, un fotografo rivoluzionario
- Sofia Cremonesi Rocca
- 13 mag
- Tempo di lettura: 2 min

“You may say I'm a dreamer but I'm not the only one”
Ho voluto cominciare l’articolo con questo verso della canzone Imagine di John Lennon perché rappresenta molto la personalità di Oliviero Toscani. Lui infatti ha voluto abbattere i pregiudizi con il potere dell’arte e della fotografia. Ma andiamo con ordine.
Oliviero Toscani, recentemente deceduto, è nato a Milano il 28 febbraio 1942. È forse il fotografo più famoso, ma soprattutto il più anticonvenzionale, d’Italia; infatti le sue opere d’arte (perché questo sono) suscitano scalpore, essendo senza censure e mirando ad abbattere pregiudizi di ogni tipo.
La sua prima fotografia la pubblica a 14 anni, sul Corriere, e rappresenta Rachele Mussolini vestita di nero il giorno della tumulazione di suo marito, mentre la sua prima vera campagna pubblicitaria è per il cornetto Algida.
Le prime fotografie provocatorie arrivano con la campagna pubblicitaria per un marchio di jeans. In una di queste, infatti, si vede una ragazza voltata di spalle che indossa dei pantaloni particolarmente corti con la scritta: “chi mi ama mi segua”; questa però venne censurata dalla politica e dalla Chiesa che non gradiscono questa provocazione.
In seguito lavorerà per molte riviste italiane e non, come Elle, GQ, Harper's Bazaar, Esquire, Stern, Donna, per molti marchi di moda come Valentino, Chanel e Fiorucci, e farà anche molte fotografie per band e artisti famosi come i Måneskin.
Ma forse le più famose campagne che ha fatto sono in collaborazione con la Benetton, per cui ha scattato le sue opere più famose e soprattutto provocatorie.
Il suo stile fotografico vuole unire a quelle che possono essere semplici pubblicità temi molto importanti come l’HIV, l’omosessualità, l’anoressia, la violenza sulle donne, le guerre, il bullismo e il razzismo. Vuole eliminare i pregiudizi di ogni genere e soprattutto la censura caratteristica dell’Italia, e per far ciò scatta fotografie, ma non delle semplici fotografie. Fotografie che fanno scalpore, positivamente o anche negativamente. Fotografie che colpiscono gli osservatori e che fanno parlare, parlare e parlare. Fotografie in cui i protagonisti sono profilattici, coppie omosessuali, donne troppo magre, o semplicemente due o più persone di etnia diversa unite. Perché tutto ciò non deve essere strano o considerato anticonformista, ma deve essere la normalità, ed è a questo che aspirava Oliviero Toscani: far diventare temi provocatori semplici argomenti da poter trattare liberamente, senza essere censurati o considerati visionari. Perché questo artista non era anticonformista, era semplicemente un uomo che aveva capito come è giusto che giri il mondo. E nel 2025 dovremmo rendercene conto anche noi. Non dovremmo stupirci di vedere due uomini o due donne baciarsi, due bambini di etnie diverse giocare assieme, o una semplice fotografia di un preservativo o di pantaloni corti. L'obiettivo di Toscani purtroppo non è stato ancora raggiunto, ma forse prima o poi arriverà una svolta che farà capire all’uomo che la censura non è un modo con cui proteggersi da cose considerate volgari, ma uno strumento che tarpa le ali alla libertà.
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