Nel tempo di dieci fermate
- Il Bradipo

- 7 apr 2020
- Tempo di lettura: 1 min
Aggiornamento: 17 nov 2020
Nella prima, odori chimici e inebrianti, tessuti colorati e quasi abbaglianti
Poi, alla seconda, il contrario:
Un cattivo odore e tessuti dai colori spenti, solo apparentemente senza valore

Intravedo, alla terza, un tentativo di attenuare il rumore dell’affollata metro da parte di una donna raggomitolata sullo sporco pavimento della stazione
Nella quarta, i lamenti di un uomo, supplichevoli, mi distraggono

Arrivo alla quinta, dove vedo i pregiudizi prevalere sulla professionalità di un controllore
Poi, raggiunta la sesta, il suono di un ukulele riecheggia nei corridoi affollati per rallegrare chi li affolla, fino a raggiungere il vagone, per essere spezzato poi dal cigolio aspro delle porte automatiche

Alla settima, una madre indaffarata e con gli occhi esausti, ma felici… la mano dolorante tiene due sacchi della spesa
All’ottava, tutti sullo stesso piano in questo vagone: dal ricco imprenditore al povero clochard, senza alcuna distinzione

Tra la nona e la decima, il pensiero del concetto di capire la società mi attraversa la mente: forse comprendere la società, che sia attraverso un banale tragitto in metro o altro, significa anche indagare in noi stessi, capire se anche noi vogliamo seguire le regole che essa ci impone, pur facendone parte
Alice Cavalli






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