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Cyrano de Bergerac

Aggiornamento: 17 nov 2020

“amo, ma sono triste

perchè Rossana è bella, siamo così diversi

a parlarle non riesco:

le parlerò coi versi”

canta Francesco Guccini in “Cirano” brano dell’album “D’amore di morte e di altre sciocchezze”


Cyrano de Bergerac, cadetto di Guascogna, spadaccino innamorato della bella Rossana il cui cuore batte per Cristiano, giovane certamente meno talentuoso e intelligente di lui, ma leale, coraggioso e soprattutto bello, ci ribalta attraverso una commedia teatrale francese del 1800 nella più fervida realtà.



Cyrano, nonostante la confessione della cugina riguardo al debole per lui, instaura un forte e sincero legame di amicizia con Cristiano, fino a decidere, quando entrambi devono partire insieme alla loro compagnia di cadetti in guerra, di utilizzare la sua immagine come mezzo per far trasparire il suo amore per Rossana: i due spadaccini infatti si completano l’un l’altro, dipingono “l’uomo perfetto” per la fanciulla, l’uno con la sua effettiva bellezza fisica, e l’altro con la sua poeticità con la quale le scrive numerose lettere firmandosi però come il bell’amico.


Rossana ormai è innamorata dell’idea che si è fatta di Cristiano e sfidando diversi pericoli lo raggiunge sul campo di battaglia, volendo dichiarare il suo amore incondizionato verso il sentimento ai suoi occhi capace di superare ogni imperfezione fisica.


Cristiano però in seguito muore, dando immensa infelicità alla donna che si ritira in convento, spezzando a sua volta il cuore al vero artefice delle lettere che esprimevano ciò che lui tuttora prova.


Così che Cyrano ancora una volta non da limite al suo folle amore, facendo regolarmente visita alla cugina, fino a che, a causa di uno sbaglio, si smaschera da solo portando così alla luce i fatti.


Rossana, dopo anni, scopre in lui, il brutto spadaccino dal naso lungo, l’uomo che ha tanto amato, e chissà, forse arriva lei stessa alla conclusione a cui la critica teatrale è giunta studiando attentamente la commedia: i due giovani, come in parte ho detto precedentemente, si assemblano in un’unica entità creando un unico personaggio definibile “perfetto”: difatti si compensano eccellendo in ciò che l’altro defice.


Nella cultura degli antichi greci era la kalokagathia: l’ unione di coraggio, bontà d’animo, intelligenza e determinate caratteristiche fisiche che creavano “l’uomo valoroso”, in chiave moderna è forse solo la scelta di un individuo rispetto a un altro perchè rispecchia ciò che si cerca.


-Margherita Dassisti

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