Nel momento in cui si iniziano le scuole superiori si entra, senza accorgersene, all’interno di un nuovo e complesso mondo.
I “grandi” iniziano ad avere aspettative e alla pressione causata dalla nuova scuola si aggiunge quella di cominciare una disciplina sportiva, qualunque essa sia.
Tutti cercano di trovare lo sport che li rappresenti maggiormente: c'è chi è fortunato e riesce a trovare fin da subito la propria attività e chi invece ha bisogno di provarne una nuova ogni anno, passando dai tutù alla palla, dagli sci alle travi.
A giustificare questa difficoltà sta la scelta di qualcosa che piaccia abbastanza da prendere del tempo agli amici, per cui trovarsi a studiare fino a tardi, per cui sacrificarsi: insomma uno sport a cui dedicare il proprio tempo.
I problemi non si fermano sicuramente qui: alla scelta segue la speranza di trovare il clima “adatto” in cui praticarlo.
Spesso cambia una disciplina per il semplice motivo che l'insegnante, i compagni non sono tra i migliori.
In questi casi andare a fare sport diventa quasi un obbligo: si ha la paura di sbagliare, di non essere abbastanza, di rimanere indietro rispetto alla squadra, di non riuscire a fare amicizia, di essere richiamati, di non riuscire a migliorare
A questo punto la strada da percorrere sembrerebbe ovvia: abbandonare.
Ma bisogna ricordarsi che allenarsi non solo aiuta a diventare atleti migliori: cresce e forma come persone, imparando a coltivare rapporti, insegnando il rispetto reciproco e la solidarietà tra compagni.
di Agnese Balduzzi e Ilenia Barucco
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