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LANDINI A LODI

È un incontro molto atteso quello del segretario della CGIL Maurizio Landini nella mattinata di oggi a Lodi, presso un gremito cinema Fanfulla; presenti numerosi esponenti del sindacato e di varie associazioni che operano sul territorio, tra cui Save the children, Libera e ANPI. Lo scopo è quello di ridefinire sul piano valoriale le priorità del sindacato, a livello locale e nazionale; “per una CGIL antifascista, inclusiva, democratica, antirazzista”.

Apre Franco Stasi, segretario generale CGIL di Lodi, che introduce i temi e i presentatori. Si parla di parità di genere, discriminazione salariale, difesa dei lavoratori; ma anche di antifascismo, del discusso volantinaggio “minaccioso” di Forza Nuova e del caso mense: “non è stato possibile prevedere un incontro sul tema con il sindaco” dice Franco Stasi, “ma la abbiamo ugualmente difesa quando è stata minacciata sui social”.

Verso le undici interviene l’ospite più atteso, Maurizio Landini, che ripercorre molti temi toccati in precedenza, partendo dal caso mense, lanciando un appello ad un’attenta valutazione del fenomeno: <<la giornata di oggi è molto importante per combattere paura e disuguaglianza. Serve costruire una partecipazione collettiva per smontarli sul piano culturale. Perché avvengono episodi di questa natura? Perché ottengono un così vasto consenso?>>. Vengono citati come cause l’aumento del livello di diseguaglianze in Italia, ma anche in Europa: <<i dati indicano un aumento della povertà, perché oggi si può essere poveri anche lavorando. Il rischio è di avere paura e di vedere il nemico in un'altra persona che come noi ha bisogno di lavorare. Una delle funzioni principali del sindacato è di non lasciare solo nessuno, battersi affinché le persone possano migliorare la propria condizione, oggi italiani e stranieri sono messi uno contro l’altro>>. E, riguardo allo slogan “prima gli Italiani: <<In molte parti del paese il problema non è dare la casa o l’asilo prima agli italiani o agli stranieri, il problema è che non ci sono case e scuole sufficienti!>>. Ma respinge nettamente una deriva xenofoba: <<non dobbiamo banalizzare. Non commettiamo l’errore di pensare che improvvisamente tutte le persone siano diventate fasciste e razziste. Dobbiamo essere vicini ai problemi delle persone; consentite la franchezza: provate a dire ad un precario che la nostra costituzione è fondata sul lavoro, cosa vi risponde?>> lo slogan quindi è “poche parole e molti fatti”: << i valori devono essere esercitati tramite un’azione, dobbiamo imparare dalle esperienze, giocare la partita. Rinunciando alla partita si ha perso prima di iniziare>>; <<riguardo al sentimento diffuso dell’uomo forte, dobbiamo combattere allargando gli spazi di partecipazione e ridando senso morale ed etico alla partecipazione politica e al sindacato>>. L’appello finale è <<essere un sindacato di strada, non aver paura di scontrarci, perché il conflitto di idee è il motore della democrazia>>. L’applauso è scrosciante.


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